incesto
Una storia qualunque
di robydany54
04.12.2019 |
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"Dopo aver parcheggiato, a piedi mi misi in cerca della tipa, ma non trovandola inforcai in un bel bar per fare colazione..."
Stavo da poco con una ragazza ma sentivo in cuor mio che finalmente avevo trovato la persona giusta . Passavo intere giornate con lei senza rimpiangere i miei amici fidati rallegrandomi ogni qual volta l’incontravo; mora capelli lunghi alta 1,75 gran bel culo tette piccole cosce tornite che dire era proprio una gran fica poi sessualmente si concedeva senza limiti di sorta offrendo il suo corpo, con ardore: in poche parole era molto bella e dietro quella sua aria da santarellina ,si celava una grossa troia, cosa che non guastava di certo .Fui subito accolto benevolmente dalla famiglia;padre madre e due fratelli un maschio ed una femmina, tutte persone veramente gradevoli . Gli anni passarono velocemente , giunto al età di 25 anni ,non volendo più fare rinvii militari ,decisi di sfruttare una vecchia amicizia di famiglia e presentai la domanda per partire come AUC (allievo ufficiale di complemento) che fu accettata, quindi nel giro di poche settimane partii per l’addestramento, fortunatamente in un paesino a pochi chilometri da Roma . Sfruttando la libera uscita ogni giorno con la mia valida 500,me ne tornavo a casa dove Ginevra mi aspettava, ansiosa ; il tempo di salutare mia madre e mia nonna, mangiare fugacemente un boccone e via in camera da letto a sbattermi appassionatamente la fidanzatina, vogliosa e desiderosa più che mai della sua razione giornaliera di cazzo. La colpa era mia,l’avevo abituata strabene, scopandomela ogni giorno, alcune volte concedendo il bis. Finito l’addestramento fui mandato, con il grado di sottotenente in una località sperduta , della penisola, come la chiamavo io volgarmente “nel buco del culo del mondo”. Con Ginevra ci sentivamo ogni giorno ed una o due volte la settimana ci scrivevamo una lettera: (tradizioni oggi non più usate, reputate obsolete a favore dei vari messaggi addirittura video con il telefonino) Tornato a casa espletato il periodo di ferma mi congedai e subito con Ginevra decidemmo di farci un bel viaggio in qualche località balneare. Con noi venne pure il fratello reduce da una storia sentimentale finita male. Non trovando posto nei vari alberghi ci dovemmo accontentare di una camera matrimoniale con un letto in più. Insomma intimità zero, la presenza del giovane per giunta depresso non ci permetteva assolutamente di dedicarci al nostro passatempo preferito . Dovevamo trovare una soluzione, finalmente Ginevra non potendone più di placare la sua prorompente esuberanza mi propose di accogliere il fratello tra di noi e divertirci tutti e tre assieme, aggiungendo che avrebbe pensato a tutto lei . La sera stessa guardando un film porno iniziò stuzzicare il giovane che in preda ad una voglia irrefrenabile la strinse a se riempiendola di baci . Era fatta i due poco dopo erano completamente svestiti , in atteggiamenti lascivi, dediti a succhiarsi a vicenda i genitali. Avvicinandomi Ginevra si dispensò nel soddisfarmi oralmente e dopo averci leccato e succhiato , li volle provare uno nella fica e l’altro nel culo. Ce la facemmo, cambiando ripetutamente posizione, offrendole tutto il nostro impeto, giungendo quasi contemporaneamente a sborrarle sulle tette. La settimana di vacanza passo rapidamente ed alla fine ce ne tornammo a casa. Al ritorno ruppi con Ginevra per motivi futili, interrompendo il nostro meraviglioso rapporto . Sentendomi libero da ogni legame mi adoperai per procacciarmi qualche bella fica da portarmi spensieratamente a letto. L’attesa non fu lunga, una mattina percorrendo la via Nomentana, altezza Porta Pia dalla mia auto vidi una donna meravigliosa con un passeggino. Dopo aver parcheggiato, a piedi mi misi in cerca della tipa, ma non trovandola inforcai in un bel bar per fare colazione. Voltandomi come in un’apparizione la rividi , constatando, senza ombra di dubbio, che da vicino era ancora più bella ed arrapante. Entrai nelle sue grazie immediatamente, elargendo complimenti per al suo bel bambino, decisamente somigliante alla mamma. La invitai a sedersi fuori per fare colazione. La donna di nome Rita, oltre che bellissima era pure molto cordiale e spiritosa , insomma una persona positiva sotto tutti i punti di vista. Mi confidò che al momento si trovava sola dato che il marito molto più anziano di lei , era fuori per lavoro, tornava a Roma solo per i fine settimana. Nei giorni che seguirono ci rincontrammo , passando assieme delle giornate veramente divertenti e spensierate. Il mio intento era quello di portarmela aletto però le cose si stavano mettendo veramente male: tra di noi si era instaurata una profonda amicizia ed una confidenza fuori dal normale; addirittura mi raccontava per filo e per segno le sue avventure erotiche passate e presenti ,nei minimi dettagli non tralasciando alcun particolare. Le cose erano due o se ne infischiava di avere una storia extraconiugale con me oppure era una tattica sottile per spingermi a zomparle addosso. Non potei mai appurarlo perché un tardo pomeriggio d’inverno,seduti su di una panchina di Villa Borghese mi prese per il capo ed avvicinandosi languidamente, mi baciò appassionatamente sulla bocca, facendomi rabbrividire al contatto con la sua nervosa linguetta : non contenta, mi piazzò una mano sul cazzo iniziando a sfregarlo facendolo immediatamente crescere di volume. Dato il luogo seppur appartato ,non andammo oltre, continuando a pomiciare pacatamente, un modo per prendere conoscenza dei nostri corpi. Accompagnandola a casa, lungo il percorso, mi chiese di salire, pure per darle una mano con il passeggino. Giunti nell’appartamento Rita prese il bimbo e lo mise a dormire nel suo lettino. Stringendomi forte a se ,mi chiese del tempo per mettersi comoda e lentamente sotto i miei occhi ,iniziò a spogliarsi offrendomi la visione del suo meraviglioso fisico, rimanendo in mutandine e reggiseno, un completino da sballo da far resuscitare un morto. Non era ancora giunto il momento propizio per unirmi a lei carnalmente: senza fiatare prendendomi per mano mi portò in bagno nella cabina doccia, dove iniziammo a familiarizzare, palpandoci a vicenda. Terminato di sciacquarci ci avviammo verso il suo bel letto a barchetta e lì dopo averle divaricato le sinuose cosce, assaporai finalmente tutte le sue abbondanti fragranze vaginali gettandomi in una leccata di fica senza eguali; la sentivo ansimare e godere ad alta voce come una matta , mordere il cuscino per non fare molto rumore, sia per i vicini che per paura di svegliare il bimbo. Stanca di essere leccata, vogliosa di ben altro, posizionandosi alla pecorina, offrendomi una visione particolareggiata delle sue grazie, mi invitò ad entrare in lei avvisandomi di non pormi nessun tipo di problema dato che prendeva la pillola anticoncezionale , quindi se ne avevo voglia le potevo tranquillamente venire dentro senza problemi. Eccitatissimo dalla sua asserzione, iniziai le danze aggrappandomi suoi turgidi e prosperosi seni pendenti, facendole sentire tutto il cazzo fino nel fondo della stretta vagina. Uscendo notai la fica completamente dilatata e lei con tono deciso mi chiese di inserirle una mano dentro . La cosa per me era nuova, non mi era mai capitato di mettere una mano nella fica al massimo un paio di dita. Entrai molto cautamente prima un dito poi due ed infine tutta : rimasi basito ,nel vederla sparire completamente nella sua cavità. Terrorizzato di procurarle dolore fui subito tranquillizzato e con tono lascivo mi chiese di muoverla, per incrementare il piacere . A quel punto, fummo distolti dal vagito del bimbo che si era svegliato, lei con balzo felino prontamente, non curante di quello che stava facendo, si recò dal figlio per tranquillizzarlo. Non stette molto poco dopo era di nuovo vogliosa e ansimante , pronta per dare il meglio di se. Stavolta si gettò tra le mie gambe e dopo avermelo leccato a fondo, non trascurando nulla, spalancando la bocca iniziò a ciucciarmelo lasciandomi senza fiato .
Lo risucchiava con tale ardore, che mi parve che il lenzuolo mi entrasse nel culo come risucchiato dalla sua prorompente foga . Non osai fermarla, dato l’ enfasi con la quale si stava accanendo sul mio membro.
Continuando magistralmente roteando la lingua mi chiese espressamente di sborrarle sulla faccia , così feci , posizionando il cazzo sul volto mi liberai completamente , inondandola con una esagerata fuoriuscita di sperma . Distesi sul letto , non ancora sazia, oserei dire invasa da una atavica fame di cazzo, mi propose per rincarare la dose, di visionare un filmino porno che si era fatta anni prima con un suo amico prima del matrimonio, custodito gelosamente, fuori dalla portata di occhi indiscreti e del marito. Messa la cassetta ci sdraiammo per iniziare la eccitante visione , riaccendendo immediatamente in tutti e due la voglia di riprendere. Vederla alle prese con un altro maschio, nelle più disparate posizione facendosi scopare inculare e sborrare sulla bocca ci stimolò ulteriormente per abbandonarci nuovamente ai sensi ed alla carne. Questa volta dopo avermi disteso sul letto si fece penetrare a cavalcioni, iniziando dopo essersi introdotto il mio pene fino in fondo , ad ancheggiare avanti e dietro con un lento ma efficace movimento pelvico ondulatorio emettendo affannati gemiti di piacere . Proseguimmo spensieratamente fino a tarda sera, cambiando posizioni, inventandone di nuove, un pochino scomode ma efficaci: alla fine esausti ci addormentammo abbracciati l’uno all’altra. L’esperienza positiva mi aveva appagato i sensi però il mio pensiero primario , era sempre rivolto al mio grande amore, Ginevra. Vivevo nella speranza incontrarla, essendo troppo orgoglioso per richiamarla, però un giorno parlando con una amica comune , appresi che pure lei si trovava nelle mie stesse condizioni , quindi spronato da ciò, decisi di richiamarla . Non trovandola parlai con la madre la quale mi spronò ad insistere, dato che la figlia, dopo la rottura era divenuta l’ombra di se stessa. Al secondo tentativo ebbi fortuna , così ci organizzammo per rincontrarci. Venne lei da me con la sua macchina appena comprata, nuova di zecca , una renault clio color canna di fucile metallizzato. Nel vederla ebbi un colpo al cuore era ancora più bella di come me la ricordavo. Salendo sulla vettura non potei fare a meno dato che indossava una succinta minigonna, di guardarle le cosce . Accorgendosene evidentemente istintivamente cercò di coprirsi. Non avendo idea di dove andare , proposi di ficcarci in qualche bar con saletta interna per avviare due chiacchiere. Ero ansioso di sapere se era stata con qualche altro uomo , quindi le chiesi senza girarci attorno, cosa avesse fatto durante la nostra separazione e se le fosse capitata qualche avventura sessuale. Con tono stizzose ma deciso mi confermò che si era vista con un collega di lavoro e con lui aveva avuto una storia di sesso, oramai finita e dimenticata . Non contento della fugace risposta, andai alla carica per saperne di più , l’idea che un altro cazzo l’avesse presa un pochino mio dava fastidio rendendomi addirittura geloso. Restia nel descrivere i particolari, mi fece faticare per sbottonarsi alla fine mi raccontò per filo e per segno la sua avventura. Dopo un serrato corteggiamento , il tizio era riuscito ad strapparle un appuntamento per una cena. All’uscita del locale si erano diretti a casa sua per bere qualcosa, dato che la moglie era partita. Il tutto era avvenuto naturalmente , dopo averla baciata sensualmente l’aveva completamente svestita e come una lumaca, aveva dato inizio ad una intensa e ben fatta leccata di fica, offrendole il turgido cazzo da leccare. Lei lo aveva accolto e con passione si era prodigata agitando la lingua in un fenomenale pompino. Eccitatissimo di fronte a cotanta maestria le aveva sborrato nella bocca facendole deglutire tutto il suo sperma. Mortificato dell’accaduto si era scusato della estrema velocità. Dopo poco tornata una potente erezione l’aveva adagiata sul letto , dando inizio ad una energica scopata . Stavolta le aveva sborrato sulle tette . Questo era quanto
Continuammo a parlare poi non potendone più, eccitato dai suoi racconti erotici, la baciai, riscuotendo da parte sua un pieno consenso per il gesto istintivo . Sortiti dal locale una volta in macchina desiderosi di abbandonarci in un insieme di effusioni ci dirigemmo in luogo appartato per dare sfogo a tutte le nostre voglie sessuali . Entrambi emozionati ci stringemmo , iniziando a baciarci e toccarci . percepivo il suo immenso desiderio dai copiosi e caldi umori che le ristagnavano sotto le mutande desideroso di abbeverarmi alla sua fonte allargandole le gambe mi gettai a capofitto nella sua selva oscura deglutendo il soave liquido che sgorgava in continuazione come un fiume in piena. Continuai imperterrito fino a farla venire poi girandola su di un fianco, allargandole le chiappe entrai nella sua stretta fessura anale inculandomela alla grande. Continuai fino a riempirla totalmente di sborra. Ci eravamo finalmente riuniti ed ogni dissapore era svanito come neve al sole.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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